Stand Up Paddling LA STORIA

Laird Hamilton

Il più grande surfista oggi vivente, gettò le basi per la riscoperta e definitivo successo del Sup.  Laird ebbe l’ispirazione, osservando alcuni istruttori di surf hawaiani che per meglio seguire gli allievi durante i corsi preferivano affiancarli su longboard rimanendo in posizione eretta e pagagliando con un remo.

Il successo

I motivi dell’entusiasmo che sta circondando lo Stand Up Paddling sono molteplici:
il primo e più insospettabile, soprattutto per praticanti di sport sicuramente più dinamici come il Windsurfing o il Kiteboarding, è il divertimento.
Il solo pagaiare su una SUP board, facendo cruising lungo la costa, cioè diporto, è piuttosto divertente ed appagante, anche in considerazione del fatto che dal punto di vista del fitness si tratta di un eccellente allenamento.
Il secondo è che a differenza rispetto ad un longboard da surf classico c’è la possibilità di surfare onde non solo più piccole, ma anche in anticipo, visto che le tavole SUP sono più grandi. La tecnica di surfata è poi fondamentalmente la stessa con in più il vantaggio di poter usare la pagaia non solo per migliorare il proprio equilibrio, ma anche per effettuare manovre molto radicali immergendone la pala durante la surfata e facendolo dunque fungere da pinna mobile. Trovandosi in posizione eretta sulla tavola già prima della surfata è anche più semplice selezionare le onde migliori dei set.
Il terzo vantaggio, soprattutto per i Windurfisti e Kitesurfisti che frequentano spot poco ventosi, consiste nel fatto di poter andare in acqua ed allenarsi con continuità. Andrebbe anche menzionato un ulteriore valore aggiunto di tale sport derivante dal fatto che con una tavola da SUP è possibile uscire in qualsiasi specchio d’acqua, anche piccolo.
È per questo che lo stand up paddling, in quanto sport “crossover”, è in grado di richiamare l’attenzione di appassionati di altre attività sportive acquatiche.